La storia di Giorgio Petrosyan - milione di dollari

La storia di Giorgio Petrosyan è qualcosa di incredibile. In un periodo storico complicato per quello che riguarda il tema dell’immigrazione e l’integrazione, la vita di Giorgio e della sua famiglia acquista ancora più fascino.

Il piccolo Gevorg Petrosyan nasce nel 1985 a Yerevan, in quella che al tempo era la Repubblica Socialista Sovietica Armena. In quel periodo non si viveva bene in Armenia, c’era la guerra. Così il padre di Giorgio decise di partire per assicurare ai suoi figli un futuro migliore.

. L’arrivo in Italia
. Gli inizi della carriera
. Il K1 e il World Max
. Glory e la cittadinanza
. One Championship e il milione
. Il libro su Giorgio Petrosyan

L’ ARRIVO IN ITALIA

Il piccolo campione aveva solo 13 anni quando è arrivato in Italia insieme al padre Andranik e suo fratello maggiore Stepan, nascosti in un camion come clandestini. Il primo periodo per loro è stato molto difficile, niente cibo, niente soldi e nessun posto dove dormire.

Giorgio aveva la febbre molto alta, e il padre, preoccupato per la salute del figlio, cerca riparo inizialmente nella Stazione Centrale di Milano. Ma così non potevano andare avanti per molto, la salute del futuro campione era seriamente a rischio.

Per fortuna trovarono aiuto dalla Caritas e si spostarono a Gorizia, dove il padre di Giorgio trovò un lavoro, e decise di crescere i suoi figli in una città più piccola. Ospiti di una famiglia, riescono ad avere così un posto dove dormire e piano piano, finalmente, ottennero una casa loro. La famiglia così si è potuta riunire, ed arrivarono in Italia anche la madre Karine, e il fratello minore Armen.

GLI INIZI DELLA CARRIERA

A Gorizia Giorgio trova una palestra e un Maestro, Alfio Romanut. Inizia ad allenarsi a 14 anni, coronando il suo sogno di quando era bambino.

“In Armenia non c’erano palestre di Arti Marziali, a 8-9 anni mi allenavo di nascosto. Da piccolo per me era come un gioco, sono cresciuto guardando Bruce Lee e Van Damme.”

A 16 anni il suo primo match, nel 2001. Era ancora molto giovane, ma nonostante questo vinse per decisione contro un ragazzo italiano di 22 anni.

Inizia così la strepitosa storia di Giorgio Petrosyan. Vittoria dopo vittoria ha vinto tutto quello che c’è da vincere, affermandosi come uno dei fighter più forti della storia.

La storia di Giorgio Petrosyan - Petrosyan Young

Nel 2003 vince il titolo nazionale MTA per KO e nel 2004 il titolo europeo battendo Fabio Pinca. Nel 2005 difese il titolo contro Beqiri. Lo stesso anno si ferma per la prima volta la sua striscia di vittorie. A Bologna, infatti, Petrosyan pareggia contro Pinsinchai. Sempre nel 2005 arriva anche il suo primo titolo intercontinentale WMC.

Nel 2006 vince all’ “Italian Extreme IV” a Modena, la cintura di campione del mondo KL e il torneo “Janus Fight Night” di Padova.

IL K1 WORLD MAX

Giorgio ha continuato a vincere ma nel 2007 sono arrivati due stop molto importanti.

La prima sconfitta della sua carriera, dopo altri 25 incontri da imbattuto, al famosissimo stadio “Lumpinee” di Bangkok contro Nonthanan Por. Pramuk.

Il pareggio contro il leggendario Buakaw Por. Pramuk. In questa occasione c’era in palio il titolo mondiale WMC, ma con la parità rimase campione il thailandese.

Nel 2008 passa definitivamente alla kickboxing, con le regole K1 e nel 2009, dopo aver battuto il fortissimo Andy Souwer, riceve la chiamata per il prestigioso K1 World Max.

Vince l’edizione del 2009 battendo Yuya Yamamoto per KO in semifinale e, con una mano rotta, ancora Souwer in finale.

Nel 2010 vince ancora battendo in una sola serata Albert Kraus, Mike Zambidis e Yoshihiro Sato, rompendosi purtroppo la mano ancora una volta.

GLORY E CITTADINANZA

Nel 2012, Giorgio faceva parte, insieme ai migliori kickboxer del mondo, della promozione Glory. Il 3 novembre di quell’anno si svolgeva il “Glory 3” a Roma, e il favoritissimo Petrosyan non ha deluso il pubblico. Ha battuto prima Hollenbeck, e in finale Robin van Roosmalen aggiudicandosi il torneo.

E proprio dopo questa ennesima vittoria, e dopo 14 anni sui ring più importanti del mondo con la nostra bandiera, arriva la tanto ambita cittadinanza italiana. Il presidente Giorgio Napolitano gli scrisse una lettera in cui si congratulava con lui per aver portato alto il tricolore nelle arti marziali.

“Ottenere la cittadinanza è stato più difficile che diventare campione del mondo.”

La storia di Giorgio Petrosyan - Glory 3 Roma 2012

ONE CHAMPIONSHIP E IL MILIONE

La storia di Giorgio Petrosyan arriva ad un livello finora mai toccato da nessun fighter di Kickboxing o Muay Thai. “The Doctor” era tra i favoriti del torneo di ONE Championship “World Featherweight Grand Prix”.

Non è stato facile per Giorgio conquistare la finale. Inizialmente aveva subito una sconfitta contro Petchmorakot, ma grazie alle migliaia di proteste da tutto il mondo e al CEO di ONE Chatri Sityodtong, il match fu dicharato “No-Contest”.

Solo questo ostacolo poteva fermare la scalata del campione Petrosyan che prima vince il rematch con Petchmorakot, e poi batte Smokin’ Jo Nattawut in semifinale.

Il 13 Ottobre 2019 a Tokio Giorgio “The Doctor” Petrosyan dimostra ancora una volta di essere il miglior Kickboxer al mondo. La prestazione in finale contro Samy “AK47” Sana è stata incredibile. La vittoria per decisione unanime ha cambiato la vita di Giorgio per sempre.

Con uno straordinario record di 103 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, Petrosyan si aggiudica la somma di 1 milione di dollari, il premio più alto mai pagato in questo sport.

Alla domanda su come si sente ad essere il primo Kickboxer ad aver vinto così tanti soldi risponde:

“Non penso al milione.
Penso che adesso sono il migliore al mondo.

La storia di Giorgio Petrosyan - TOKIO

IL LIBRO SULLA STORIA DI GIORGIO PETROSYAN

Una storia incredibile come quella di Giorgio Petrosyan non poteva non essere scritta in un libro. Una storia da raccontare ai bambini prima di andare a letto, e agli adulti come motivazione a non mollare mai.

Il libro si chiama “Con le mie mani. Tutte le battaglie di un guerriero della vita”, ha impiegato tre anni per scriverlo, e vi assicuro che vale la pena leggerlo.